Il primo dicembre una grossissima casa produttrice di scarpe e vestiti sportivi ha lanciato sul mercato giapponese uno spot (https://youtu.be/G02u6sN_sRc) che tra youtube e twitter ha totalizzato 25 milioni di visualizzazioni in pochissime ore.
In 2 minuti presenta la storia di 4 ragazze adolescenti che giocano a calcio. Abitano in Giappone ma ognuna di loro ha origini estere e le loro voci fuori campo raccontano i problemi di identità e la difficoltà di essere accettate dagli altri. “Sono diversa da tutti?” “Devo uniformarmi di più al gruppo?”, “Questo non è il mio posto?”. In alcune scene si vedono sugli smartphone post aggressivi e razzisti, in altre ci sono le compagne di classe che maltrattano o bullizzano alcune delle protagoniste. Si vede Naomi Osaka, sponsorizzata dalla stessa marca, che ha portato all’attenzione dei media giapponesi i problemi del razzismo statunitense e che da alcuni giapponesi viene considerata un essere di un limbo quasi apolide, nonostante sia cittadina di questo paese. Il tutto termina con l’affermazione che il futuro non aspetta e il presente è lì, pronto per essere afferrato dando il meglio di sé nello sport che aiuta a sentirsi uniti e vincenti.
https://www.ilpost.it/flavioparisi/2020/12/03/scarpe-e-razzismo/
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