Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

mercoledì 10 marzo 2010

Un progetto per la scuola dal CIP

Basket e tennis in carrozzina, judo, tiro a segno e tiro con l’arco, nuoto. Sono soltanto alcuni degli sport praticati dalle persone disabili che ora, grazie al “Progetto scuola – integrazione attraverso lo sport” del Comitato italiano paralimpico dell’Emilia Romagna, fanno il loro ingresso anche nelle scuole della regione di ogni grado, dalle materne alle superiori, ovunque ci sia uno studente con disabilità certificata e la scuola aderisca al Progetto.
Il CIP (Comitato Italiano Paralimpico) propone questo progetto con l’obiettivo principale di far partecipare anche i bambini e i ragazzi disabili alle ore di educazione fisica. Le ore di educazione motoria sono spesso infatti rimaste escluse dalle attività didattiche cui i ragazzi con disabilità hanno accesso. Con il Progetto Scuole gli studenti disabili entrano in palestra assieme alla loro classe e partecipano in modo attivo al gioco e al movimento. In questo modo anche i compagni di classe normodotati hanno la possibilità di conoscere le discipline paralimpiche.
“Il Progetto scuole nasce dall’idea di realizzare un momento di integrazione: tramite lo sport il ragazzo disabile può sentirsi parte integrante del suo gruppo-classe. Allo stesso tempo i compagni percepiscono la sua realtà calandosi concretamente nelle dinamiche dello sport che lui vuole o che può praticare”, spiega Gianni Scotti, presidente del CIP Emilia Romagna. Con il progetto del CIP infatti sono i ragazzi “normodotati” a imparare le regole e le abilità necessarie agli sport adattati ai disabili, trovando così un’occasione unica per toccare con mano la realtà dei loro compagni disabili, imparando a conoscere e mettere in pratica le diverse abilità necessarie per fare sport assieme. L’intervento operato dal CIP insieme alla scuola prevede la costituzione di un gruppo di lavoro formato da un neuropsichiatra, un insegnante di educazione fisica, un insegnante di sostegno, lo psicologo e il tecnico CIP. Il primo obiettivo di questo gruppo consiste nell’individuare uno sport che tenga conto della disabilità, della possibilità di attuazione e della realtà sportiva locale. Una volta operata la scelta della disciplina sportiva, tutti gli studenti della classe partecipano all’attività sportiva proposta, per un minimo di 5 fino a un massimo di 10 lezioni di un’ora, che rientrano pienamente nelle attività curriculari degli studenti. Il Tecnico CIP insegna alla classe lo sport prescelto, il ragazzo disabile viene seguito da uno psicologo CIP che si tiene in stretto contatto con il Tecnico del Comitato e che riferisce al gruppo di lavoro. Seguono sempre momenti di valutazione delle attività svolte. Alla fine delle lezioni, a tutta la classe viene rilasciato un diploma di partecipazione all’iniziativa. Il progetto, partito 4 anni fa nella provincia di Piacenza, si è esteso alle altre province e oggi coinvolge in tutta la regione circa 300 classi per circa 6 mila studenti tra i 6 e i 18 anni, ma tanto c’è ancora da fare se si considera che sono circa 1300 per provincia gli studenti disabili.
“L’innovazione del nostro progetto – spiega il presidente del CIP Emilia Romagna Gianni Scotti - consiste nella opportunità che esso offre agli studenti disabili di mettersi alla prova nell’ambito dello sport in un ambiente protetto come quello scolastico, con il supporto di tecnici specializzati, psicologi e insegnanti in un percorso formativo personalizzato”.
(fonte: http://blog.cateterismo.it/2010/02/un-progetto-per-la-scuola-dal-cip/)

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