Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

martedì 2 marzo 2010

Tra un mese a Vancouver si replica con le Paralimpiadi

Gli atleti italiani in gara saranno 35. Pancalli: «Ma fuori dallo sport di élite in Italia c'è ancora molto da fare per garantire opportunità sportive ai disabili».
Le Olimpiadi invernali di Vancouver, in Canada, sono già in pieno svolgimento. Ma a un mese esatto dalla cerimonia di inaugurazione di venerdì scorso comincerà un'altra Olimpiade, non meno importante: quella degli atleti disabili che parteciperanno alle Paralimpiadi, a Vancouver dal 12 al 21 marzo prossimi.
Le prime Paralimpiadi invernali risalgono al 1976, in Svezia: proprio in quell'anno si cominciò a mettere assieme atleti con diverse disabilità in una manifestazione parallela alle Olimpiadi, dopo le prime competizioni fra atleti disabili organizzate in Inghilterra nel 1948, a cui parteciparono invalidi di guerra, e la prima apparizione di atleti «diversi» in un'Olimpiade tradizionale, che risale alle Olimpiadi di Roma del 1960. Oggi le Paralimpiadi sono un'istituzione e non si enfatizzano più le disabilità degli atleti, ma i loro risultati sportivi ormai di tutto rispetto. Anche quest'anno una delegazione italiana parteciperà ai Giochi con 35 atleti più un atleta guida, che gareggeranno in tutte e 4 le specialità olimpiche: sci alpino, sci nordico, curling e ice sledge hockey. L'ultimo medagliere italiano, a Torino 2006, ci ha visti decimi con otto medaglie (2 ori, 2 argenti e 4 bronzi).
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