Parlando di accessibilità, dall’altra parte dell’oceano uno skater non vedente sta riscrivendo la grammatica dello spazio. Si chiama Dan Mancina, e a Detroit ha costruito il primo skatepark al mondo pensato per persone non vedenti: rampe con bordi a contrasto, superfici tattili, segnali sonori.
Ma il suo vero gesto rivoluzionario è di tipo linguistico. Mancina non si definisce “una persona cieca che fa skate”, ma uno skater che non usa la vista come riferimento principale. Cambia il soggetto, cambia il senso. È la prova che le parole non descrivono solo la realtà: la disegnano.
(fonte: newsletter Parole O_Stili)
 
 
 
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