Amina e Lana sono intorno a un tavolo, le mani infilate dentro ai guanti, il viso coperto dalle mascherine. Lana riempie i sacchetti, Amina li pesa.
La luce entra dalla finestra, le pareti del centro giovanile del campo profughi di Shatila, a Beirut, sono spoglie, ma il pavimento è ingombro di sacchi di farina e patate e di casse piene di frutta e verdura. Un’altra foto ritrae Rola che prepara i pacchi, il capo avvolto nel velo, ai suoi piedi tanti sacchi neri, tutti uguali. In un’altra immagine le tre ragazze sono all’esterno, insieme al loro allenatore, Majdi. Tutto è pronto per cominciare il giro delle consegne.
Amina, Lana e Rola fanno parte del Palestine youth club, una squadra di basket femminile fondata a Shatila nel 2012 da Majdi, un uomo brizzolato e carismatico di 48 anni, che da due anni già allenava una squadra di calcio maschile.
https://www.internazionale.it/notizie/francesca-gnetti/2020/06/09/coronavirus-campo-shatila-basket
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