Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

lunedì 13 febbraio 2017

Gabre Gabric. Cent’anni da campionessa

Di quel lontano agosto 1936 non è rimasta che qualche immagine sbiadita ad illustrare i libri di storia: figure sgranate, che non permettono di percepire con chiarezza quanto fossero vividi i suoni, le luci, i colori quel giorno all’Olympiastadion di Berlino. Su tutte domina il ritratto di quell’uomo dai corti baffetti rigidi che scruta dall’alto delle tribune con sottili occhi glaciali.
Di altri non resta neppure tanto. Lei però c’è; ben oltre quella fotografia che la ritrae in bianco e nero nella luce opalescente che conferisce all’immagine contorni sbiaditi, spettrali, quasi non le fosse concesso resistere all’avanzata del tempo. Gabre Gabric, in carne ed ossa, può raccontare ancora di più. Sono impresse nella sua mente le voci, l’atmosfera, le speranze che animarono gli atleti, protagonisti della gara nel tempio del Reich.
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