Come sta avvenendo ai Giochi Olimpici, anche il mondo paralimpico accoglie un piccolo gruppo di atleti rifugiati o richiedenti asilo: gareggeranno sotto le insegne dell’Ipc, nel team degli atleti indipendenti. Craven: “Uno squarcio aperto sulla condizione delle persone disabili colpite da guerre o catastrofi naturali”
Anche alle Paralimpiadi, come alle Olimpiadi, gareggerà un piccolo gruppo di rifugiati e richiedenti asilo. L’annuncio è arrivato direttamente dal Comitato paralimpico internazionale (Ipc) che ha anche precisato che, contrariamente a quanto sta avvenendo in questi giorni ai Giochi Olimpici, gli atleti paralimpici rifugiati o richiedenti asilo non costituiranno una squadra a sé stante, ma saranno inseriti dentro la più grande “famiglia” degli atleti indipendenti, cioè quelli non affiliati ad alcun comitato nazionale.
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