Gli esiti positivi sperimentati durante un corso che si tiene a Masua. Dal mare l’idea di terapie alternative per i bimbi autistici. Sulle potenzialità c’è molto ottimismo tra gli istruttori.
Cavalcare un’onda per restare sulla cresta della vita. Il surf non è solo uno sport, ma una filosofia e nei casi specifici persino uno strumento utile a chi nella vita è stato meno fortunato. Non a caso durante il corso di surf organizzato dalla “Mood Surf School” nella paradisiaca spiaggia di Portu Cauli a Masua, gli istruttori della tavola, Arianna Franzina, Matteo e Marco Galzerino hanno constatato quanto questa disciplina possa sorprendere sotto molteplici punti di vista.
Arrivando persino ad essere un mezzo di socializzazione e di terapia per bimbi affetti da autismo. Esiste un modello sorto negli Stati Uniti e che pian piano sta prendendo piede in tutto il mondo, denominato attività di “surf sensoriale”, sorto per aiutare i bambini con disturbi dello spettro autistico, ma anche di attenzione o di iperattività. «Il corso cominciato nel mese di giugno ha richiamato diverse persone adulte, ma soprattutto tantissimi bimbi - svela Marco Galzerino - alcuni con problemi legati all’autismo. I risultati sono sorprendenti, la tavola e il mare si rivelano elementi terapeutici fondamentali. Lo stare in gruppo e concentrarsi su un’attività che appassiona, è uno strumento di aggregazione fondamentale in particolar modo per chi soffre di certe problematiche».
È così che da una passione può affiorare una nuova prospettiva, un progetto che sarebbe unico in tutta la regione: «Gli stessi genitori sono rimasti sorpresi dal comportamento e dai progressi dei propri figli - aggiunge Arianna Franzina - stiamo cullando l’idea di formazione per un corso terapeutico che necessiterebbe di certo di figure adatte e professionali».
Il corso è aperto tutto l’anno: «La nostra zona è battuta dal vento per 220 giorni su 365, i cultori di questo sport arrivano da tutte le parti dell’isola per battere le nostre spiagge, ma siamo ancora lontani dall’avere delle strutture ricettive in grado di promuovere un territorio che come pochi si presta a questo tipo di attività.», spiegano gli istruttori. Insomma, stavolta dall’Iglesiente parte un messaggio di speranza: surf e sviluppo, tavola e terapia, per fare del mare un’ancora di salvezza.
di Adriano Secci
(fonte: Press-In anno III / n. 2012 - La Nuova Sardegna del 24-07-2011)
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