Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

sabato 21 maggio 2011

Bologna. L’Educazione fisica che vogliamo- al Convegno nazionale “La scuola cambia?”

Il convegno organizzato da Anp e rivolto ai Dirigenti scolastici e agli insegnanti, si realizza da una idea della Capdi - LSM che qualche mese fa prospettò all’Associazione nazionale Presidi la possibilità di mettere a confronto le associazioni professionali di categoria della scuola rispetto le innovazioni per cogliere il meglio delle proposte disciplinari.
La Capdi porterà sul tavolo il progetto “ L’Educazione fisica che vogliamo” rispondendo alla domanda:
L' Educazione Fisica è sempre stata considerata materia “pratica”. Come vede il suo spazio in una scuola che fa dell’insegnamento per competenze (in questo caso motorie) una delle proprie bandiere?
CONVEGNO NAZIONALE - “LA SCUOLA CAMBIA?”
25 MAGGIO 2011 - Ore 15 – 19.30
Convento San Domenico - Sala Traslazione
Piazza San Domenico, 13 - BOLOGNA
“Il titolo del convegno è “La scuola cambia?”. L’interrogativo è ovviamente retorico: a fronte di una produzione sovrabbondante di nuove norme, gli ultimi quindici anni hanno visto ben poche modifiche nel modo di “fare scuola” e nella quotidiana attività degli insegnanti. E del resto, non è neppure scontato che tale cambiamento sia da tutti avvertito come realmente indispensabile.
Un aspetto particolare di questo disallineamento fra gli ordinamenti e le pratiche professionali può essere individuato nel modo di intendere la funzione delle discipline, particolarmente in quel segmento dell’istruzione – la secondaria superiore – che è stato da sempre il loro regno incontrastato.
I nuovi ordinamenti delle superiori insistono molto – e quasi con le stesse parole pur nei diversi ordini – su alcune parole-simbolo, quasi vere e proprie bandiere della nuova scuola: porre al centro l’apprendimento (anziché l’insegnamento), praticare una didattica laboratoriale (anziché centrata sul più consueto approccio teorico-deduttivo), sviluppare competenze (anziché le più tradizionali conoscenze). Ma si moltiplicano anche le voci di coloro che, sempre più esplicitamente, prendono le distanze: Israel e la Mastrocola – partendo da presupposti molto diversi – sono fra coloro che animano con maggior decisione questa rimessa in discussione dei fondamenti teorici della riforma.
Il convegno si apre con due contributi principali, uno di taglio sociologico (a chi spetti cambiare per adeguarsi a chi), l’altro di taglio professionale (come le nuove tecnologie possano o debbano modificare l’atto dell’insegnare). Prosegue con una tavola rotonda particolarmente ricca di presenze, in cui si confrontano rappresentanti delle principali associazioni professionali di insegnanti: talune con una più esplicita vocazione disciplinare, altre più trasversali”
Sintesi da nota Anp

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