Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

lunedì 4 luglio 2016

L’allenatore che porterà la prima pugile italiana alle Olimpiadi

Pure ora che potrebbe volare a Rio de Janeiro ad accompagnare la sua allieva Irma Testa, prima pugile qualificata a un’Olimpiade nella storia d’Italia, Lucio Zurlo non ha cambiato le sue abitudini.
Come ogni pomeriggio, arriva in tuta alla Boxe Vesuviana, dove trova ad attenderlo un gruppo di ragazzi con la borsa in spalla, ai quali apre le porte della palestra. Poi si concede l’ennesimo caffè della giornata, sempre nello stesso bar dietro l’angolo, tappezzato di simboli del Savoia, squadra di calcio dal passato remoto glorioso che nel campionato 1923/24 vinse il girone centromeridionale per poi perdere lo scudetto in finale contro il Genoa, dove ha un conto perennemente aperto. “Non riesco a rinunciarci, lo bevo anche la sera prima di andare a dormire e a volte di notte, tra un risveglio e l’altro”, dice.
Alla Provolera (la polveriera) di Torre Annunziata, un labirintico dedalo di viuzze a un passo dal mare che prende il nome dalle fabbriche di armi dell’epoca borbonica, quest’uomo di 79 anni dal fisico asciutto, i toni pacati e la battuta pronta è conosciuto da tutti come il maestro. La sua notorietà non ha mai varcato i confini del quartiere e lui stesso non ha mai dato mostra di voler abbandonare i luoghi dove è nato, soprannominato la polveriera per via di una fabbrica di schioppi di epoca borbonica, convertita in spolettificio per granate dopo la prima guerra mondiale e oggi trasformata in officina per automezzi militari.
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