Fu introdotto nel basket negli anni Trenta – prima si tirava con i piedi a terra – e si disse che rovinava il gioco: proprio come succede oggi con i tiri di Stephen Curry
Alla fine del mese uscirà negli Stati Uniti un libro scritto da Shawn Fury che tratta della più grande rivoluzione nella storia della pallacanestro: il tiro in sospensione, cioè quello in cui il giocatore rilascia la palla nel punto più alto del suo salto. Il tiro in sospensione fu introdotto negli anni Trenta, non si sa con certezza da chi, e negli anni successivi permise lo sviluppo di altre innovazioni riguardanti per esempio la tecnica di rilascio della palla durante il tiro: ma fu accusato tra le altre cose di rovinare il basket, perché dava molta più centralità al gioco del singolo piuttosto che a quello della squadra. Oggi se ne riparla per il dibattito che si è sviluppato attorno a Stephen Curry e al suo modo di giocare a basket, basato soprattutto sui tiri da tre punti: alcuni dicono che Curry stia rovinando il basket, la stessa accusa che si faceva allora ai giocatori che tiravano in sospensione.
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