Se davvero lo faranno/facessero/boh, si chiamerà Grande Raccordo Anulare delle Bici. Cioè Grab, che purtroppo in inglese è voce del verbo arraffare. Cioè ancora: pur di avere un anello ciclabile nel centro e semicentro di Roma, i ciclisti accetterebbero soglie anche alte di non trasparenza (diciamo).
Cioè, meglio: il Grab, appena annunciato, è una bella idea che si spera non verrà assorbita dall’annuncite imperante. Cioè ancora, a dirla tutta: chi va in bici a Roma non capisce qual è il 70-80 per cento del percorso di 44,2 chilometri «fatto di ciclabili già esistenti» (forse con gli sterrati dei parchi ci si arriva). E teme quel 5 per cento (solo 5?) di «strade trafficate», dove i necessari «lavori di trasformazione» potrebbero non arrivare mai. Ma non si può essere sempre pessimisti. Però si deve, a Roma, essere guzzantiani.
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