Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

giovedì 21 maggio 2015

Perché il calcio italiano va commissariato

A essere pessimisti, si potrebbe dire che vendersi le partite è una pratica antica nel calcio italiano. In epoca televisiva, si dovrebbe tornare almeno alle immagini della stagione 1979-80, quando le volanti della polizia entrarono direttamente sul terreno di gioco. Allora furono coinvolti calciatori di primissimo piano come Bruno Giordano, Lionello Manfredonia e il futuro goleador dei Mondiali di Spagna Paolo Rossi.
L’ultimo scandalo generato dall’inchiesta della procura di Catanzaro sulle scommesse riguarda invece la Lega pro e la serie D. Ma, nel mezzo, tra questi due estremi, la parabola discendente del calcio italiano è stata inarrestabile. Nonostante i successi della nazionale e delle squadre di club, la caduta è stata costellata da partite truccate, pressioni sugli arbitri, ricorso sistematico al doping, altri scandali sulle scommesse (come quello del 2011 che ha coinvolto, tra gli altri, Beppe Signori, Stefano Mauri, Cristiano Doni) e spartizione borbonica dei diritti televisivi.
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