In 'La grammatica del bianco' Angelo Carotenuto, partendo dalla finale di Wimbledon del 1980 tra Borg e McEnroe, racconta come lo sport può curare la psiche di un bambino.
Lo sport è per Carotenuto un pretesto per penetrare la psiche di un ragazzino molto particolare, forse affetto da ADHD, la sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Attraverso quell'esperienza Warren uscirà dal guscio della sua emotività implosa, dalla paura che lo portava a non voler essere toccato da nessuno, a preferire l'ordine di una biblioteca ai giochi con gli amici, il flauto al calcio, la solitudine alla socialità, il bianco a tutti gli altri colori. Anche per questo è affascinato dalle palline bianche di Wimbledon, dalle tenute candide dei campioni. Il ritmo delle palline sul campo non segna solo la scansione del gioco ma è un metronomo della mente di Warren, perché lo porta per la prima volta a dover considerare il numero Due. Fino ad allora Warren non sapeva andare oltre se stesso. Era Uno, per tanti motivi: perché il padre lo aveva abbandonato, perché la madre non la capiva, perché a scuola non si trovava bene.
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