Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

lunedì 1 luglio 2013

Down, a vele spiegate verso l'autonomia

La forza del mare, il vento sulle vele, il sole che risplende sull'acqua. Gli effetti benefici dell'andare a vela sono innegabili per tutti. Ma quando si parla di diversamente abili, la rinascita della natura è più emozionante.
«Portare i ragazzi down al timone di una barca», racconta la presidente dell'associazione Volontari Mareaperto che collabora con Aipd (Associazione Italiana Persone Down) e Coopfutura (Cooperativa Sociale socio-sanitaria Onlus) gruppo di volontari di Ostia Maria Letizia Magno «è come vincere una battaglia per l'autonomia. E la migliore regata della vita». Maria Letizia Magno, avvocato civilista romano, skipper per passione, racconta come ha preparato l'equipaggio, affittato la barca e organizzato una settimana di crociera sulla costa laziale con partenza da Fiumicino. Lo scopo era insegnare a 9 ragazzi down di età compresa tra i 24 e i 40 anni ad andare a vela. Ma non solo attraverso le mappe, i venti, i nodi, gestire le vele e pulire i ponti. La sfida più grande è quella di riuscire a portare il timone, come fanno i veri e propri capitani. «Due di noi sono istruttori di vela e specializzati nel corso di Scienze dell'Educazione della Lumsa (realizzato insieme all'Associazione Italiana Vela Solidale), mirato a formare operatori sociali in barca come strumento di recupero» racconta Maria Letizia. «La cosa innovativa di questo progetto è il fatto che a bordo non ci sono operatori dell'Aipd (Associazione Italiana Persone Down), né i genitori dei ragazzi. Siamo noi che li aiutiamo a cavarsela da soli. Un fatto che può aumentare la loro autostima». I ragazzi a rotazione gestiscono la cambusa e cucinano, scegliendo ad esempio le quantità di pasta e di acqua da comprare, per poi cucinare ogni giorno per 15 persone. «Non dobbiamo sostituirci a loro per fare le cose e anche se ci mettono due ore per fare la pasta non importa, sono loro che devono gestire la comunità. Noi garantiamo solo sicurezza e organizzazione». I ragazzi, che già si conoscevano tra di loro e sono amici. I benefici della vita in barca sono evidenti. «Devono avere più attenzione e muoversi più rapidamente. Hanno un contatto maggiore con il corpo, anche per i bagni in mare aperto e questo li aiuta nella loro autonomia. In più la vita a stretto contatto con gli altri stimola la socializzazione e ad esprimere le loro necessità». La barca è partita il 15 giugno dal porto di Civitavecchia, è un 18 metri della Tecnomar, con a bordo 15 persone di cui 4 operatori (due specializzati - Maria Letizia e Prisco Cosmi - e due volontari - Daniela Benvenuti, Micol Paolino). I ragazzi down sono nove, poi ci sono il comandante (Giulio Cesare Giua) e il marinaio. Per fortuna un solo ragazzo down soffre il mal di mare. «Ci nutriamo di caramelle al zenzero» dice Maria Letizia «E anche qui, come in altre situazioni critiche ci sono stimoli positivi per i ragazzi: se hai il mal di mare non devi bere il latte ma il tè, bisogna cambiare abitudini e questo aumenta la capacità di adattamento». «Siamo stati al Giglio e Giannutri, siamo passati vicino a Montecristo e la vacanza l'abbiamo terminata con un giro all'Elba. Il tempo il tempo ci ha assistito, c'era un'acqua bellissima» racconta Daniela, una dei due volontari, che sulla barca ha festeggiato i suoi 40 anni. Musica, candeline e champagne la sera del 17 giugno. «I ragazzi hanno preparato la torta della festa, è stato molto divertente ricevere i regali con la carta e le conchiglie che hanno realizzato qui sulla barca». Daniela e Letizia fanno parte dell'associazione Volontari Mareaperto insieme ad altre quattro persone che mettono a disposizioni le loro competenze: dall'artigiano-falegname, all'avvocato, all'architetto. Un ragazzo è laureato in scienza naturale, un'altra è un agente immobiliare. L'associazione ha sede a Fiumicino e la Tecnomar offre tutte le strutture nautiche e la barca.
di Manuela Pelati
(fonte: Press-In anno V / n. 1493 - Il Corriere della Sera del 30-06-2013)

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