Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

lunedì 5 luglio 2010

«Neri italiani? Figc arretrata non aiuta l'integrazione»

Parla Mauro Valeri, autore del libro «Ma che razza di tifo» da il Manifesto del 30 giugno 2010.
Autore di Che razza di tifo, appena uscito da Donzelli, e Black Italians, il sociologo Mauro Valeri studia da anni le storie e i problemi dell'integrazione attraverso lo sport nel nostro Paese. Dopo la mesta eliminazione dai mondiali della nostra Nazionale, senza Balotelli e senza neppure un «negro italiano» a indossare la maglia azzurra, mentre si apre il dibattito sulle squadre «piene di stranieri» e sul futuro dei nostri vivai, abbiamo chiesto a lui di precisare meglio la posta in gioco, di raccontarci i casi di vincoli burocratici imposti dalla Figc. «Come si sa, l'Italia ha una legge sulla cittadinanza legata al sangue e non al suolo - ci ha detto - Tu sei italiano se hai almeno un genitore italiano. Così succede che tutte le volte che l'Europa dà indicazione di essere più limitativi nei confronti degli sportivi stranieri, per battersi ad esempio contro la tratta dei minori, da noi questo si traduce in un'ennesima barriera contro i figli dei migranti.
Quest'anno per il tesseramento si sono inventati una sottocommissione che doveva controllare tutti i primi tesseramenti dei figli degli stranieri, senza fare differenza tra chi era nato e cresciuto in Italia, e chi no. Le federazioni sportive nemmeno pensano che l'Italia è un paese di immigrazione, concepiscono tutt'al più l'oriundo». Come negli anni '50. L'unico «naturalizzato» in azzurro ai Mondiali è stato ancora l'argentino Camoranesi, e in nome della naturalizzazione si sono fatte pure un sacco di furbate. È chiaro invece che il futuro dello sport italiano dipenderà anche dai figli dei migranti. Un mese fa il tribunale di Lodi ha emesso una sentenza contro la Fgci per discriminazione razziale perché si era rifiutata di tesserare un ragazzo togolese che viveva in Italia, un richiedente asilo.
Sono 14 pagine che rivendicano allo sport il suo ruolo nell'integrazione culturale.
(...)
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(fonte: inrete.oggi/scuola/integrazione del 5 Luglio 2010)

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