Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

domenica 11 luglio 2010

Liberi Nantes, quando rifugiati e richiedenti asilo politico fanno squadra

L'associazione sportiva dilettantistica Liberi Nantes è diventata in pochi anni, col patrocinio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, la prima e unica squadra di rifugiati e richiedenti asilo in Italia.
Un'esperienza iniziata nel 2007 (anche se il nome riprende quello di una squadra romana di fine '800) che finora ha coinvolto circa trecento ragazzi provenienti da ventuno nazioni. Afghanistan, Nigeria, Togo, Guinea, Eritrea, Sudan: l'elenco dei paesi funestati da conflitti più o meno noti all'opinione pubblica occidentale è sterminato e un progetto come questo, per certi versi, può essere considerato un vero e proprio "termometro" dei flussi migratori che riguardano l'Italia.
Come sottolineato dallo stesso presidente di Liberi Nantes - Gianluca Di Girolami - l'associazione sportiva col suo operato non fa altro che "garantire il diritto allo sport e al gioco, così come scritto nella Carta Internazionale sull'Educazione fisica e lo sport voluta dall'UNESCO nel 1978". Un diritto che questi migranti forzati, una "rosa" veramente multiculturale, esercitano presso il campo sportivo XXV Aprile di Pietralata, un quartiere nell'area est di Roma.
Dopo una discreta stagione nel campionato della Figc di terza categoria i nostri si apprestano a disputare tra pochi giorni, da campioni in carica, la quattordicesima edizione dei Mondiali Antirazzisti di Casalecchio, Bologna. Negli ultimi mesi i cosiddetti "mass media" si sono ripetutamente occupati dell'insolita squadra romana; tra i vari servizi televisivi e articoli della carta stampata spiccano uno speciale realizzato dal rapper Fabri Fibra per MTV pochi mesi fa e un documentario, Liberi Nantes Football Club, presentato all'ultimo Festival Internazionale del Film di Roma e selezionato per i David di Donatello di quest'anno.
Tuttavia, come capita spesso quand'è l'associazionismo a farsi carico di tematiche spinose quali l'accoglienza e l'integrazione dei migranti, non è possibile rilevare alcun sostegno di natura economica o logistica al progetto Liberi Nantes da parte delle istituzioni locali. Un'occasione finora sprecata, visto che esempi così concreti e validi di inclusione sociale andrebbero sostenuti, incoraggiati e possibilmente imitati.
ADIL MAURO
(fonte: http://www.agenziaradicale.com/)

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