Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

martedì 22 giugno 2010

Un calcio al pallone contro il disagio psichico

A Roma uno psichiatra cura i suoi pazienti su un campo di calcio. Un’iniziativa pionieristica che ha rivoluzionato il concetto di riabilitazione nei centri di salute mentale.
« In fin dei conti il calcio è fantasia, un cartone animato per adulti». Lo diceva con ironia e disincanto Osvaldo Soriano, calciatore prima e romanziere poi tra i più famosi dell’America latina. E se è la fantasia e la creatività a far correre un pallone sul campo, quel pallone può trasformarsi anche in un formidabile strumento di guarigione. Deve essere stata questa l’idea che ha mosso Mauro Raffaelli, psichiatra del Dipartimento salute mentale della Asl Roma A, a lasciare da parte i farmaci antidepressivi e sperimentare per i suoi pazienti una terapia nuova e insolita: giocare a calcio. Ne è nata una vera squadra, «Il Gabbiano», la prima al mondo ad attuare la «calcioterapia» a fini psichiatrici. I giocatori del «Gabbiano», squadra campione d’Italia nel torneo dei dipartimenti di salute mentale, sono stati anche i protagonisti del film-documentario «Matti per il calcio», realizzato da Volfango De Biasi e Francesco Trento: una storia che parla di calcio vero che riabilita e include, che crea un gruppo e lo rafforza; una storia di vicende personali difficili e drammatiche, ma anche di amicizia e condivisione. Come il protagonista del libro da cui la squadra prende il nome, «Il gabbiano Jonathan Livingston», i calciatori della squadra si impegnano a spiccare il volo, mettendo in conto sacrifici, fatica e rispetto vero delle regole. Un impegno che da anni porta i suoi frutti, sia sui campi di calcio sia nella vita dei pazienti. Oltre la metà di loro, infatti, ha diradato sempre più i controlli, ha dimezzato le dosi dei farmaci e riesce a condurre una vita normale all’interno della famiglia.
(...)
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