Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

martedì 23 giugno 2009

Genova, niente pagella a chi non paga danni

Forse tutte le scuole dovrebbero adottare questo provvedimento.
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La decisione dopo l'accordo con le famiglie a seguito di atti vandalici: "Risultati congelati". E c'è chi vuole andare dagli avvocati.
Non pagano i "debiti", i danni provocati dal vandalismo, compiuti durante l´anno scolastico in aula, e i professori sospendono il giudizio di fine anno. «Lo stabilisce il regolamento di istituto - spiega il preside, Vladmiro Iozzi - d´altra parte, quando si parla di educazione, va rispettata». Succede al Nautico San Giorgio della Darsena. Ieri sono stati esposti i quadri, ma accanto ai nomi di coloro che avrebbero rovinato banchi, sedie, scalfito muri o rotto i rubinetti dei bagni, è stata lasciata una striscia bianca. Vuota: senza alcun voto, tantomeno giudizio.
«È una piccola prova di forza - sottolinea Iozzi - appunto per far rispettare il "Patto di corresponsabilità", secondo il quale nella nostra scuola chi rompe, paga, e per far capire che non si scherza con queste cose». Il Consiglio di istituto, infatti, ha stabilito che agli studenti spetti la riparazione dei danni provocati alla struttura pubblica, peraltro di nuova costruzione ed inaugurata soltanto nel settembre del 2007. La scuola, di proprietà della Provincia, ha banchi costosi, laboratori modernissimi, locali ed ambienti curati nei particolari.
I professori avrebbero stabilito che ciascun alunno, ritenuto responsabile di un danno accertato, debba ripagare. Se, invece, non si individua l´autore, si distribuisce il costo fra tutti. Quest´anno ciascuno ha versato la modica cifra di 5 euro. Non tutti. Alcuni dei 735 studenti (peraltro la percentuale di bocciati e di "rimandati" quest´anno è bassa) si sono sottratti, perciò la decisione dei consigli di classe di sospendere il giudizio. In realtà i ragazzi sono stati scrutinati, ma i voti tenuti nascosti fino al saldo del "debito", in denaro. La decisione della scuola, però, è contestata anche da parte di qualche genitore, che vorrebbe adire le vie legali. Dice il preside: «Ci ha fatto sapere che è lo Stato a pagare per lui, ma se la cosa desta tanto scalpore, vorrà dire che il prossimo anno non la attueremo più».
(fonte: Repubblica.It)

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