Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

lunedì 30 marzo 2009

Sport integrato. Difficoltà, passioni e sogni di insegnanti e allenatori

Dal professor Gianni Alessio alla preside Flora Longhi, dai facilitatori formati dal Cip al maestro di pesi Enzo Calvetti, dall'insegnante di pattinaggio al preparatore atletico che è quasi un operatore, fino ai volontari: lo sport integrato è una sfida per tutti alla scuola media Ludovico Pavoni di Roma. Non solo per i giovani con disabilità: "Sogniamo un'unica Olimpiade"
Loro vanno in direzione ostinata e contraria. Con grande forza di volontà. In modo testardo Sono i professionisti che abbiamo incontrato durante la nostra vista presso la Scuola media statale Ludovico Pavoni, il cui impianto sportivo ospita lo sport integrato nell'atletica, nel pattinaggio, nella pesistica. Persone capaci di essere professionisti, senza mai perdere il senso dell'inclusione sociale e del superamento di uno stato di disagio.
Ad Enzo Cavalletti, preparatore di pesistica e già accompagnatore alle Olimpiadi di Los Angeles nel 1984 della medaglia d'oro Ober Burger, non andava di passare la sua vecchiaia giocando a carte in un centro anziani; ai facilitatori, Alessio in testa, divenuti tali dopo un corso promosso dalla Provincia e dal Cip, non ispirava solo lo sport inteso come mera competizione; ai volontari, David e Annalisa, piaceva già correre e fare sport e si sono messi a disposizione; al professor Gianni Alessio il fatto di essere solo un professore di ginnastica in una scuola media non lo ha mai completato come uomo e come insegnante; all'allenatrice di pattinaggio, Lucia Gallina, madre anche di tre figli, mancava il sogno di piroettare su una pista come la piccola Sara; alla preside della scuola, Flora Longhi, infine, non andava di essere una bacchettona senza stima di sè, e ha voluto correre il rischio di essere una preside diversa.
Lo sport per tutti, lo sport integrato, è un esercizio di integrazione difficile. Che richiede passione, sacrificio e dedizione alla causa. "Il sogno - spiegano dalla scuola media Ludovico Pavoni - è il superamento della divisione tra sport per persone normali e sport per persone disabili. La sfida di Pistorius dimostra che un'Olimpiade per tutti è possibile e che il confine tra lo sport e lo sport per disabili deve essere superato". "L'Icf - continuano - è solo un indicatore del grado di disabilità e dunque della categoria di appartenenza, ma lo stesso Icf parla di capacità residue e non di disabilità".
Oggetto di visite ufficiali di università, quali la Uberlandia (Brasile) e la Catalogna (Spagna), il centro ha riscosso molto successo ed è al centro di un ampio dibattito in Europa sul valore terapeutico dello sport in quei soggetti che vivono disabilità di tipo psichico e psichiatrico. "E' stato anche grazie alla collaborazione tra Cip e Special Olympics che siamo riusciti - concludono - a creare un gruppo di facilitatori nei processi di integrazione sportiva. Ad oggi sono 40 nel Lazio e il loro ruolo è indispensabile per facilitare appunto quel processo di sport integrato che deve partire proprio dalla scuola. Sin da quando si è piccoli". Prossima sfida, l'attivazione presso l'impianto adiacente la scuola di un corso di pattinaggio integrato. Già parzialmente attivo, il corso di pattinaggio ha ricevuto il riconoscimento dal Cip e dalla Federazione di pattinaggio per un avvio sperimentale a livello romano. La responsabile, Lucia Gallina, maestra federale di pattinaggio e istruttore Cip di atletica leggera non farà mancare il suo entusiasmo.
"La disponibilità di questa scuola - ha concluso la preside Flora Longhi - è rivolta a tutte le attività che possono arricchire la vita degli studenti; soprattutto in quelle sportive siamo all'avanguardia e gestiamo situazioni, a volte molto difficili, non solo grazie ad esse, ma anche grazie alla disponibilità del corpo docente. Successo e valorizzazione personale, insieme a potenziamento delle capacità residue di ogni persona e ad acquisizione di nuove abilità, sono gli obiettivi di questo progetto scolastico". "Dare ai nostri alunni in difficoltà - ha chiuso - la possibilità di crearsi un contesto di vita di relazioni e amicizie, nonché di sentirsi valorizzati è l'unica strada che consente di non sentire più il peso di una qualsiasi menomazione e dunque di una diversità. L'esempio è Simone che è appena tornato dai campionati italiani di campestre a Novara. Realizzarsi nello sport permette di superare la disabilità". Per saperne di più: Asd Us Acli - III Millennio c/o Scuola media statale Ludovico Pavoni Via Beccatelli 179, Roma Tel. 06.2420590.
(fonte: SuperAbile.It)

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