Un tempo quasi non esistevano, oggi i vari Axel, Lutz e Salchow sono il fulcro delle esibizioni e vengono fatti con sempre più rotazioni
I salti sono una parte fondamentale del pattinaggio di figura moderno. Detto anche pattinaggio artistico, è la disciplina che praticava Carolina Kostner e prevede l’esecuzione di una coreografia con i pattini sul ghiaccio, accompagnati dalla musica, da soli o in coppia. Tra tutti gli esercizi e gli elementi coreografici, sono appunto i salti che atleti e atlete compiono a determinare più di tutto il livello della loro prestazione: più sono difficili da eseguire, più valgono punti se fatti bene. I migliori pattinatori contemporanei, come Ilia Malinin, riescono a completare salti quadrupli, ovvero con quattro rotazioni in aria.
Costume Art sta per il “corpo vestito come forma d’arte”, ossia le fattezze umane dialogheranno con la moda e ovviamente l’arte, da quadri a sculture, abbinati agli stessi indumenti che racconteranno la rappresentazione della fisicità femminile e maschile.
“Ciò che collega ogni dipartimento curatoriale e ogni singola galleria del museo è la moda, o il corpo vestito. È il filo conduttore di tutto il museo, ed è stata proprio questa l’idea iniziale della mostra, l’epifania: so che spesso siamo stati visti come “figli di un dio minore”, ma, in realtà, il corpo vestito è in primo piano in ogni galleria dell’istituzione. Anche il nudo non è mai nudo, si inscrive sempre all’interno di valori e idee culturali”, ha detto il curatore responsabile Andrew Bolton.
Skate Italia porta in scena gli sport rotellistici inclusivi con il Campionato Italiano Disabilità 2025. Una giornata di passione e condivisione per valorizzare gli skater con disabilità e il loro impegno
Possono partecipare atleti con disabilità intellettivo-relazionale, uditiva e visiva.
🗓 6 dicembre 2025
📍Forlì (FC) - Patinodromo
Maggiori informazioni e form delle iscrizioni qui:
Najla Aqdeir è arrivata dalla Libia, è scappata da un matrimonio combinato e oggi è un'atleta professionista, una running coach e ha fondato la running crew Flying Girls Milano
Se Najla Aqdeir si guarda indietro vede un percorso che non è sempre stato facile. A 31 anni oggi ha una vita piena di soddisfazioni: è un'atleta professionista, una running coach e ha fondato, anche grazie Nike, la running crew Flying Girls Milano. Per arrivare dov'è adesso, però, le difficoltà non sono mancate. La sua storia racconta quanto, soprattutto per una donna, oggi sia ancora difficile realizzarsi liberamente, scegliere al di là dei condizionamenti familiari e culturali.
Il progetto Erasmus+ Move As You Are (codice: 101133647) arriva alla prima delle due tappe conclusive dedicate al mondo accademico.
Coordinato da Real Eyes Sport ASD insieme ai partner europei Municipio di Vila Nova de Famalicão, APAlab – National and Kapodistrian University of Athens ed Euphoria Net Euphoria Net, il progetto ha lavorato per due anni per sviluppare nuove metodologie e strumenti per l’attività motoria inclusiva rivolta ai bambini e ragazzi con disabilità visiva.
Il 4 dicembre 2025, grazie alla collaborazione di Giocampus e dei Corsi di Scienze Motorie dell’Università di Parma Università di Parma, l’evento diventa un momento di confronto e trasferimento delle conoscenze costruite lungo tutto il percorso europeo.
Un’occasione per condividere risultati, materiali e visioni con studenti, docenti, professionisti e futuri operatori dello sport inclusivo.
La grande collettiva da gres art 671 attraversa secoli e discipline sfidando l'idea di come si fa una mostra sullo sport. E alzando l'asticella
Una delle prime cose che saltano agli occhi guardando i contenuti mediatici sullo sport, dalle compilation di best of sui social agli allenamenti nelle diverse discipline fino alle interviste su carta, è la performatività. La potenza del gesto atletico, l’eroismo straziato dell’ultimo miglio, la sfacciata sicurezza di sé nelle pose vittoriose: se il mondo è un palcoscenico, lo sport è uno spettacolo che piace anche, e soprattutto, per la sua narrazione Davide-contro-Golia, che privilegia un approccio muscolare e maschile all’attività fisica. Lo sport però è stato – a volte, raramente, lo è ancora – una fatica preziosa, un anelito corporeo e artistico che si concretizza anche attraverso una profonda connessione con l’ambiente. Questo diverso rapporto con lo sport, specchio di un diverso rapporto con il corpo e con la natura, è una delle facce, forse la più interessante, della nuova mostra Fuoripista, aperta in vista delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026 da gres art 671 a Bergamo.
Valentina Gottardi dà spettacolo nel beach volley, e lo sta facendo anche ai Mondiali in coppia con Reka Orsi Toth
Nella pallavolo che si gioca in palestra – 6 contro 6 – l’Italia ha vinto da poco i Mondiali femminili e maschili, confermandosi la miglior nazionale al mondo. Sulla sabbia invece è un’altra storia: ai Mondiali di beach volley nessuna coppia italiana è mai riuscita a vincere una medaglia. Ci stanno provando in questi giorni ad Adelaide, in Australia, due coppie femminili: Claudia Scampoli e Giada Bianchi, e soprattutto quella formata da Reka Orsi Toth e Valentina Gottardi.
Falso. Spesso si pensa che chi esce dalla palestra zuppo di sudore probabilmente ha lavorato di più rispetto a chi non ha sudato. Ma non è sempre così, afferma Adam Collins, ricercatore del Centro per la nutrizione, l’esercizio e il metabolismo dell’università di Bath, nel Regno Unito.
La sudorazione fa parte del processo di termoregolazione del corpo. Quando la temperatura corporea aumenta, il cervello ci fa sudare per raffreddarci. “Quando facciamo sport, l’energia che produciamo crea calore”, afferma Collins. Più intenso è l’allenamento, più calore viene generato e, di solito, più si suda. Tuttavia, “ci sono molti fattori che influenzano la sudorazione”, spiega Collins, per esempio la temperatura ambientale, l’abbigliamento e il livello di umidità. Quando c’è umidità siamo più sudati del solito, indipendentemente dal fatto che stiamo facendo o meno esercizio fisico. Inoltre bisogna considerare le differenze di forma fisica, età, sesso, corporatura e reazione al clima. Quindi il sudore non è una misura affidabile dell’intensità dell’allenamento. Ci sono indicatori migliori, come l’intensità della respirazione, lo sforzo percepito e la frequenza cardiaca, che si può monitorare con una fascia toracica o con uno smartwatch. Invece, “il sudore è un buon indicatore di disidratazione”, afferma Collins. Quindi, se si suda molto durante un allenamento, è necessario bere.
“Lasciateci Perdere” sarà proiettato nella 26 edizione del @festivaldelcinemaeuropeo (Lecce, 15-22 novembre) in occasione della Rassegna di Documentari Italiani in anteprima regionale.
Il docufilm sul Calcio a 5 non vedenti, prodotto da Inthelfilm, recentemente ha vinto l’Offside Football Film Festival 2025 di Milano!
Regia di Niccolò Ferrero, sceneggiatura di Leonardo Aresi
Il film segue le vicende di Alessio, un ragazzo ipovedente che ama il calcio. La sua adolescenza trascorre tra le difficoltà della sua disabilità e la paura di perdere completamente la vista un giorno.
Il film verrà presentato in anteprima il 17 novembre al Festival del Cinema Europeo ed sarà accessibile anche alle persone non vedenti e non udenti grazie ad audiodescrizione e sottotitoli realizzati da Artis-Project e disponibili gratuitamente su MovieReading, l’app dell’accessibilità sensoriale direttamente in sala.
“Come Fosse Luce” è una produzione Passo Uno e MUUD Film in collaborazione con U.S. Lecce, con Alessio Ingrosso, Davide Dongiovanni e Salvatore Peluso.
Un’occasione per scoprire curiosità e aspetti meno noti della preparazione atletica, sia dal punto di vista fisico che mentale.
Attraverso postazioni interattive, sarà possibile avvicinarsi a diverse discipline sportive, sperimentare attrezzature utilizzate per l’allenamento e conoscere i test a cui vengono sottoposte le atlete e gli atleti. Un’attenzione particolare è dedicata allo sport paralimpico, con esempi concreti di adattamenti che rendono l’attività sportiva accessibile a tutte e tutti. L’intero percorso propone una lettura scientifica dello sport, approfondendo le innovazioni tecnologiche che lo hanno trasformato nel tempo, e mettendo in luce i benefici che la pratica sportiva porta alla salute e alla società.
Mostra temporanea 1° febbraio 2026 – 27 settembre 2026
La mostra immersiva “Attrezzi. Dal lavoro al sogno sportivo” racconta la trasformazione di slitte, ciaspole e sci: da strumenti indispensabili della vita contadina e alpina a simboli di svago e sport.
Tra oggetti originali di fine Ottocento, fotografie, filmati e installazioni multimediali, il percorso vi offre una nuova chiave di lettura della cultura alpina e delle sue evoluzioni.
Una mostra che rende protagonisti il movimento, il gesto atletico, le forti emozioni, le imprese “impossibili” come ingredienti perfetti per la/il fotografa/o alla ricerca dello scatto mozzafiato
Prende forma così un percorso nella storia della fotografia trentina che approfondisce le relazioni tra il fenomeno sportivo e le sue rappresentazioni culturali, in rapporto con il progresso tecnologico, la società e l’ambiente.
In occasione dei Giochi Olimpici e Paralimpici invernali di Milano Cortina 2026, il Mart presenta Sport.
Le sfide del corpo. Attraverso oltre 350 opere d’arte e materiali d’archivio la mostra indaga come le arti visive abbiano rappresentato il corpo nella pratica sportiva.
Come un piccolo André Agassi, il giovanissimo Felice (Tiziano Menichelli) corre da una parte all’altra del campo da tennis, sospinto dagli incitamenti del padre Pietro (Giovanni Ludeno), determinato fino al sacrificio delle ferie d’agosto per trasformare il figlio in un tennista solido, di quelli che rimanderanno sempre la palla dall’altra parte della rete. Ma Pietro sa bene che la sua determinazione non basta e così, per una serie di tornei estivi, decide di affidare il figlio a un vero coach, a un maestro. La scelta ricade su Raul Gatti (Pierfrancesco Favino), ex professionista che ce l’aveva quasi fatta, ma poi si è perso, finendo in un baratro da cui non è ancora uscito. Il piccolo Felice potrebbe rappresentare per lui un’ancora di salvezza.
Il maestro di Andrea Di Stefano è solo in parte, nella premessa, un classico film sportivo in cui crescita e riscatto puntano dritto verso la partita decisiva. Il percorso che ci propone Di Stefano, che ha sceneggiato il film insieme a Ludovica Rampoldi, è decisamente meno lineare, imperfetto, inesatto, come un ricordo dell’adolescenza. Da questo punto di vista funziona molto bene un’ambientazione estiva di fine anni ottanta “leggera” (ci sono le pensioni in riva al mare e i telefoni vanno a gettone, ma senza esasperazioni mimetiche).
Favino, profondo e spiritoso, e Menichelli, ora soldatino, ora bambino, sono molto ben assortiti: sappiamo che ognuno ha qualcosa da insegnare all’altro e facciamo il tifo per tutti e due. In un film “maschile”, c’è però spazio anche per delle suggestioni (sicurezza, desiderio, rimpianto, speranza) ben rappresentate dal cast femminile (in particolare Valentina Bellè e Chiara Bassermann). E poi c’è il tennis. Non tanto quello giocato quanto l’idea del tennis. Quello di McEnroe e quello di Lendl, quello dei playboy di una volta e quello dei bravi ragazzi milionari di oggi. E in un momento in cui questo sport va così di moda è divertente chiedersi da che parte stiamo.
Il maestro
Di Andrea Di Stefano. Con Pierfrancesco Favino, Tiziano Menichelli. Italia 2025, 125’. In sala
L’attività fisica con “Scuola attiva Kids”, per portare lo sport nelle scuole del Lazio. L’iniziativa è in collaborazione con il ministero dell’Istruzione e del Merito, il Dipartimento per lo Sport, le federazioni sportive nazionali e il Comitato Italiano Paralimpico
Termine presentazione domanda: Prorogato al 20 novembre 2025
𝙄𝙡 25 𝙣𝙤𝙫𝙚𝙢𝙗𝙧𝙚, andrà in onda una registrazione video su "ABUSI E VIOLENZE NELLO SPORT".
V𝙞𝙙𝙚𝙤 𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧𝙫𝙞𝙨𝙩𝙖 𝙚𝙨𝙘𝙡𝙪𝙨𝙞𝙫𝙖 𝙖 𝘿𝙖𝙣𝙞𝙚𝙡𝙖 𝙎𝙞𝙢𝙤𝙣𝙚𝙩𝙩𝙞, 𝙜𝙞𝙤𝙧𝙣𝙖𝙡𝙞𝙨𝙩𝙖 𝘼𝙉𝙎𝘼, 𝙨𝙖𝙜𝙜𝙞𝙨𝙩𝙖 𝙚 𝙛𝙤𝙣𝙙𝙖𝙩𝙧𝙞𝙘𝙚 𝙙𝙞 𝘾𝙝𝙖𝙣𝙜𝙚 𝙏𝙝𝙚 𝙂𝙖𝙢𝙚, la prima associazione italiana contro gli abusi nello sport.
Daniela Simonetti è anche autrice del libro-inchiesta "Impunità di Gregge" e vincitrice di importanti riconoscimenti internazionali.
Questo blog sostiene l'Associazione di solidarietà per i ragazzi ciechi del Togo che puoi visitare su http://www.grupposanfrancesco.org/
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