Nella periferia di Catania c’è un’associazione sportiva che scardina gli stereotipi di genere e difende il diritto allo sport. E contrasta la mafia portando avanti i valori della solidarietà e del dialogo.
Camminando da casa sua verso il campo di rugby, nel quartiere della periferia di Catania di Librino, vicino all’aeroporto Fontanarossa, Alessio Panebianco incontra spesso qualche vecchio amico. Con alcuni si ferma a chiacchierare, con altri si limita a un breve cenno del capo, da lontano. Quasi sempre intuisce quando non è il momento giusto per scambiare due parole in più.
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