C’è il calciatore disciplinato, che non si espone pubblicamente e risponde alle interviste con frasi di circostanza imparate in anni di carriera: luoghi comuni ripetuti come mantra nelle dichiarazioni domenicali del dopo partita.
E poi c’è Paolo Sollier, il comunista. A Cossato i tifosi lo chiamano “Ho Chi Minh”. A Perugia “Mao”. Quando segna alza il pugno al cielo, simbolo distintivo delle sue idee e tratto identificatore delle sue origini proletarie.
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