“Per tanto tempo non ho detto a nessuno di avere problemi di vista”, racconta l’atleta. “Oggi ho capito che non bisogna vergognarsi di quello che si è”
È diventata famosa come la prima velocista ipovedente transgender non solo del mondo paralimpico, ma dell’intero universo dello sport, la prima atleta a gareggiare nella categoria delle donne pur non avendo ancora cambiato il proprio nome all’anagrafe, dove risulta a tutt’oggi come Fabrizio. Trans e disabile, ma soprattutto trans e sportiva, Valentina Petrillo, classe 1973, rappresenta il punto di contatto tra due emisferi, quello transgender e quello dello sport, che fino a oggi non si erano ancora mai incontrati. Poco, però, si è parlato del fatto che Valentina ha la malattia di Stargardt, la forma più comune di degenerazione maculare ereditaria, che colpisce circa una persona su 10.000.
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