ATLETICA PARALIMPICA. «Mi auguro che la mia scelta ora possa essere d'aiuto per abbattere certi preconcetti e dare lustro alla nostra categoria: io sono una persona pulita che fa sport, ma spesso l'immagine dei trans è collegata a situazioni poco edificanti».
Due tabù abbattuti in un colpo solo: dimostrare che la disabilità non è un ostacolo e spiegare che lo sport può essere utile anche per superare la questione di genere. Le parole sono quelle di Valentina Petrillo, velocista ipovedente della Omero Bergamo, prima atleta transgender a livello mondiale ammessa in una gara ufficiale tra le donne, pur avendo documenti ancora al maschile.
Il Gazzettino del 13/09/2020
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