Amiamo il corpo malato. Amiamo le cicatrici e i morsi lasciati sulla pelle dalle ferite. Amiamo il corpo anziano, segnato dal tempo, raggrinzito dal sole, pieno di ricordi. Amiamo il corpo lento. Amiamo l’imperfezione e lo squilibrio, il labbro screpolato, l’occhio che vede a malapena, la mano che fatica ad afferrare l’oggetto, il pene moscio, la gamba più corta dell’altra, la colonna vertebrale che non può raddrizzarsi.
https://www.internazionale.it/opinione/paul-preciado/2020/06/20/inno-al-corpo
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