Mai come in questo momento stiamo scoprendo quanto sia importante il corpo e la corporeità. Certo, filosofi, psicologi e pedagogisti hanno parlato in questi anni del corpo, della sua importanza, della sua incarnazione nei processi di apprendimento, nella costruzione della conoscenza, nelle spinte (anche pulsionali) verso l’autorealizzazione e l’autodeterminazione (individuale e collettiva). Ma chi li ha letti, siamo onesti? Chi ha dato loro spazio sociale, credibilità e riconoscibilità nell’economia della produzione compulsiva, del prestazionismo abilista, nell’era dell’assimilazionismo al conformismo della società liberista.
Ascoltando gli studenti e gli insegnanti, ora impegnati nella cosiddetta didattica a distanza, emerge con chiarezza quanto manchi nella relazione educativa la presenza del corpo, dei corpi: la vicinanza, la prossemica, la gestualità, il calore, lo sguardo, la sudorazione, l’arrossire, il contatto. Ricordiamoci di tutto questo quando avremo la possibilità di ridurre il distanziamento sociale.
https://www.sportsenzafrontiere.it/una-riflessione-di-questo-nostro-tempo-dellemergenza-di-fabio-bocci/
di Fabio Bocci
Membro del Comitato tecnico Scientifico di Sport Senza Frontiere.
Professore Ordinario di Pedagogia presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Roma Tre.
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