Gino Bartali, fedele fino in fondo al suo personaggio, muore nel 2000. Da allora non passa anno senza che non si venga a sapere di altre sue vittorie, rimaste sconosciute per troppo tempo.
Vittorie che hanno il sapore, il colore e il profumo della generosità.
Semplicemente, si viene a sapere che, in tempo di guerra, Bartali salva – a rischio della sua stessa vita – un numero incalcolabile di perseguitati: antifascisti, dissidenti e tanti, tanti ebrei. Lui, cattolico dalla testa ai piedi, quasi un insopportabile bacchettone baciapile, in un’epoca in cui a dottrina i preti t’insegnano che i Giudei hanno ammazzato il Nazareno, non esita a entrare come elemento attivo in una rete clandestina che mira a sottrarre dalla deportazione uomini, donne e financo bambini lontani, anzi lontanissimi, dal suo credo politico e dalla sua fede religiosa.
http://www.storiedisport.it/?p=8022
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