Gioia in viaggio ad Auschwitz con il progetto del Miur: "Qui, come a Gerusalemme, mi sembra di conoscerlo sempre di più"
“Mio nonno Gino Bartali era schietto, burbero, diretto. Nonna diceva che era un brontolone, che sembrava a una pentola di fagioli in perenne ebollizione. Eppure dalla sua bocca non è mai uscita una parola su quelle pedalate tra Firenze e Assisi per salvare ottocento ebrei, sul suo ruolo di staffetta segreta per consegnare documenti falsi che avrebbero regalato una nuova vita a famiglie intere perseguitate dai nazisti”, Gioia Bartali, nipote del grande campione del ciclismo cammina nell'aria gelida di Auschwitz pensando a tutti quelli che il nonno ha salvato dal lager. A quelli che non ce l'hanno fatta.
- continua su https://www.repubblica.it/cronaca/2019/01/21/news/memoria-217071988/
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
/https://www.repstatic.it/content/localirep/img/rep/2019/01/17/171107296-b2bb19d4-7d43-4954-bd8a-4345e79b0397.jpg)
Nessun commento:
Posta un commento