Associazioni in rete sperimentano l'attività sportiva mista: ragazzi con disabilità anche gravi possono giocare la stessa partita dei normodotati: "Proveremo a formare co-istruttori fra i giovani"
QUEL bimbo laggiù non parla e non fissa mai nessuno negli occhi, ma dategli un pallone fra le mani e comincerà a farlo rimbalzare sul parquet, correndo, inseguendolo. Come fanno gli altri. Insieme agli altri. L'ultima barriera è caduta su un campo di basket a Napoli, dove alcune associazioni in rete stanno sperimentando attività sportiva mista, dove è possibile cioè che ragazzi con disabilità, anche cognitive e gravi, possano giocare la stessa partita di ragazzi normodotati. È il progetto "Jamme" - si pronuncia senza la vocale finale e in dialetto napoletano significa: andiamo; ma è pure un'esortazione: forza, su, vamos, come on - nato da un'idea di Roberto Di Lorenzo, presidente di Vivi Basket con un passato da allenatore in serie A.
- continua su http://www.repubblica.it/speciali/sportsenzabarriere/storie/2019/01/17/news/jamme_basket_inclusivo_a_napoli-216827569/
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