Mentre bambine e bambini, separati, provano questa struttura di danza accompagnati dai compagni che suonano diverse percussioni, mi chiedo perché la scuola sia così diffidente verso il corpo, così poco capace di assumerne le potenzialità conoscitive. Ore e ore seduti e incastrati dentro scomodi banchi, quando è evidente che muoversi nello spazio aiuta i movimenti dei pensieri.
Nelle proposte educative extrascolastiche prevalgono per i maschi le scuole calcio, spesso assai competitive, e per le bambine scuole di danza in cui regna sovrana l'imitazione di balletti televisivi ammiccanti, Talvolta c'è anche altro per chi è più fortunato, più ricco, vive in luoghi che offrono più opportunità o ha genitori che curano con più attenzione le attività dei propri figli,.Ma non dovrebbe essere la scuola di tutti a fare del rapporto con il proprio corpo il centro di una ricerca viva e vivace, rigorose e scatenata?
Penso tutto questo mentre li vedo danzare e mi pento di aver dedicato, nonostante tutto, ancora troppo poco tempo la movimento. Il corpo come oggetto di consumo e desiderio invade ogni spazio e influenza con forza l'immaginario di bambine e bambini fin dalla più tenera età, mentre noi insegnanti, anche senza saperlo siamo profondamente segnati da una cultura che svaluta il corpo. Il corpo che cerca il suo equilibrio e che sperimenta i sui ritmi, il corpo che percepisce, conosce, elabora strutture e si ritrova allargando il respiro e articolando i movimenti è un campo troppo poco esplorato dalla scuola e, comunque, sempre messo in secondo piano rispetto a cose ritenute più importanti.
Il miraggio di una scuola capace di intrecciare danza, musica e geometria oggi mi appare immensamente lontano e torno a casa avvilito e un po' arrabbiato con me stesso.
Franco Lorenzoni
I bambini pensano grande. Cronaca di un'avventura pedagogica
Sellerio editore Palermo, 2014
(pagg 236-237)
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