Chi è nato qui e ha aspettato quanto basta per farsi venire una crisi depressiva a 16 anni in attesa di averne finalmente 18, non riesce proprio a capire che cosa ci sia ancora da discutere sullo ius soli.
È lo stupore genuino di chi un’Italia diversa la vede e la vive tutti i giorni sulle piste dell’atletica che da parecchio è ormai mista. Seconda generazione, anche se l’etichetta non piace troppo a questi ragazzi: «La classificazione a ondate è già superata». Basta guardare l’ultimo gruppo azzurro convocato per la Coppa Europa in programma dal 23 giugno: i figli degli stranieri sono 16 su 49 e tra loro c’è chi è nato qui, cresciuto nel nostro sistema scolastico e comunque tenuto in disparte per un’eternità.
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