Non che sia una novità: certi commenti sbavanti sulle atlete - soprattutto della pallavolo o, peggio, del beach volley - li ricordo negli anni come un fulgido esempio di di morbosità.
Ma questa volta, con le Olimpiadi di Rio, si sono tutti superati. Passino le analisi sulla quantità di preservativi dati in dotazione agli atleti, i gossip sulle relazioni più o meno clandestine, i commenti sui look: cose alle quali siamo purtroppo abituati, che affollano i colonnini morbosi (immortale definizione di Luca Sofri, sono passati anni ma non ne trovo una migliore) dei siti dei quotidiani ogni volta che c’è un evento sportivo di medie dimensioni. Gattino, Bélen, acconciatura “sexy” della centometrista, panda che rotola, balletto di Gianluca Vacchi, sedere di marmo della tuffatrice.
Ma dimenticarsi completamente delle performance sportive in virtù dell’aspetto fisico, ecco, quello forse è troppo anche per noi.
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