Una persona "utilizza" una sedia a rotelle, piuttosto che essere "confinata su" o "immobilizzata su" la sedia a rotelle...
Che le parole contribuiscano a costruire la realtà e l'idea che noi abbiamo di essa, lo diciamo da sempre. Chiamare le cose col proprio nome è il primo passo per considerarle nella maniera corretta. L'anno scorso rimanemmo sbalorditi da una ricerca sull'abbondanza di termini discriminatori che viaggiano su Twitter, e chiunque di voi utilizzi i social network potrà trovarne conferma. Ma può capitare a ciascuno di noi di rivolgerci con termini anche solo poco appropriati o non corretti, rispetto alla realtà che ci circonda, contribuendo così a crearne una visione distorta.
Anche per questo motivo plaudiamo al piccolo "vademecum" che Special Olympics, organizzazione internazionale che promuove lo sport praticato da persone con disabilità intellettive, lancia a favore di un uso corretto e consapevole del linguaggio, quando ci si riferisce sia ad Atleti Special Olympics che, genericamente, a persone con disabilità di tipo intellettivo. Si tratta di linee guida prodotte da esperti nello studio del ritardo cognitivo, da utilizzarsi quando si parla o si scrive di persone con disabilità, con lo scopo di rappresentare ogni persona con individualità e dignità quando si parla o scrive.
- continua la lettura su http://www.disabili.com/
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