Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

domenica 8 maggio 2011

Piscine al Salaria Village. Chiesta la demolizione

Istanza del IV municipio per abbattere gli impianti abusivi dopo la sentenza del Tar. Nel capannone fuorilegge anche la foresteria per gli atleti dei Mondiali di nuoto. Il terreno è a rischio esondazione del Tevere.
Con un'azione a sorpresa, il Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma ha firmato la richiesta di abbattere il Salaria Sport Village, l'opera scandalosa dei Mondiali di nuoto, avanzata dagli uffici del IV municipio.
Il Campidoglio, dopo aver sentito la Procura di Roma, ha deciso di dare seguito alla sentenza del Tar dello scorso 13 febbraio, che stabiliva come non potesse bastare la firma di un commissario straordinario a un evento straordinario (nel caso Claudio Rinaldi per "Roma 2009") per costruire sul territorio romano: era necessario, comunque, un "permesso di costruire" concesso dalle autorità comunali. Il potere di cui si era fatto carico il commissario Rinaldi (e prima di lui il sovrintendente Angelo Balducci), ha sostenuto il Tribunale amministrativo del Lazio, era andato oltre il mandato della presidenza del Consiglio.
Alla base del provvedimento, oltre alla sanzione dell'abusivismo edilizio (argomento sul quale la giunta Alemanno non ha mai mostrato sensibilità), c'è anche la presenza di diversi vincoli ambientali e idrogeologici nell'area interessata e la convinzione della pericolosità delle due grandi strutture erette in una zona che dovrebbe servire come bacino di continenza rispetto alle piene del Tevere.
Nelle ultime tre stagioni in quel punto il fiume è esondato due volte.
Il 30 maggio riparte il processo penale sulle piscine dei Mondiali di nuoto (con la dichiarazione dei testimoni e delle parti civili) mentre a fine giugno il Consiglio di Stato si esprimerà sulla sentenza di febbraio del Tar.
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