La grande collettiva da gres art 671 attraversa secoli e discipline sfidando l'idea di come si fa una mostra sullo sport. E alzando l'asticella
Una delle prime cose che saltano agli occhi guardando i contenuti mediatici sullo sport, dalle compilation di best of sui social agli allenamenti nelle diverse discipline fino alle interviste su carta, è la performatività. La potenza del gesto atletico, l’eroismo straziato dell’ultimo miglio, la sfacciata sicurezza di sé nelle pose vittoriose: se il mondo è un palcoscenico, lo sport è uno spettacolo che piace anche, e soprattutto, per la sua narrazione Davide-contro-Golia, che privilegia un approccio muscolare e maschile all’attività fisica. Lo sport però è stato – a volte, raramente, lo è ancora – una fatica preziosa, un anelito corporeo e artistico che si concretizza anche attraverso una profonda connessione con l’ambiente. Questo diverso rapporto con lo sport, specchio di un diverso rapporto con il corpo e con la natura, è una delle facce, forse la più interessante, della nuova mostra Fuoripista, aperta in vista delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026 da gres art 671 a Bergamo.
https://www.artribune.com/arti-visive/2025/11/mostra-olimpiadi-bergamo-fuoripista/

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