Come un piccolo André Agassi, il giovanissimo Felice (Tiziano Menichelli) corre da una parte all’altra del campo da tennis, sospinto dagli incitamenti del padre Pietro (Giovanni Ludeno), determinato fino al sacrificio delle ferie d’agosto per trasformare il figlio in un tennista solido, di quelli che rimanderanno sempre la palla dall’altra parte della rete. Ma Pietro sa bene che la sua determinazione non basta e così, per una serie di tornei estivi, decide di affidare il figlio a un vero coach, a un maestro. La scelta ricade su Raul Gatti (Pierfrancesco Favino), ex professionista che ce l’aveva quasi fatta, ma poi si è perso, finendo in un baratro da cui non è ancora uscito. Il piccolo Felice potrebbe rappresentare per lui un’ancora di salvezza.
Il maestro di Andrea Di Stefano è solo in parte, nella premessa, un classico film sportivo in cui crescita e riscatto puntano dritto verso la partita decisiva. Il percorso che ci propone Di Stefano, che ha sceneggiato il film insieme a Ludovica Rampoldi, è decisamente meno lineare, imperfetto, inesatto, come un ricordo dell’adolescenza. Da questo punto di vista funziona molto bene un’ambientazione estiva di fine anni ottanta “leggera” (ci sono le pensioni in riva al mare e i telefoni vanno a gettone, ma senza esasperazioni mimetiche).
Favino, profondo e spiritoso, e Menichelli, ora soldatino, ora bambino, sono molto ben assortiti: sappiamo che ognuno ha qualcosa da insegnare all’altro e facciamo il tifo per tutti e due. In un film “maschile”, c’è però spazio anche per delle suggestioni (sicurezza, desiderio, rimpianto, speranza) ben rappresentate dal cast femminile (in particolare Valentina Bellè e Chiara Bassermann). E poi c’è il tennis. Non tanto quello giocato quanto l’idea del tennis. Quello di McEnroe e quello di Lendl, quello dei playboy di una volta e quello dei bravi ragazzi milionari di oggi. E in un momento in cui questo sport va così di moda è divertente chiedersi da che parte stiamo.
Il maestro
Di Andrea Di Stefano. Con Pierfrancesco Favino, Tiziano Menichelli. Italia 2025, 125’. In sala
TRAILER https://youtu.be/Jg-dhKCOPZo?si=GT5BWlh-QzYLeoiW
(fonte: Schermi – Internazionale <newsletter@internazionale.it>)
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