Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

mercoledì 28 settembre 2016

Sport e inclusione, un diritto per tutti. Con un impatto anche economico

Al Parlamento europeo iniziativa sull’accessibilità dell’attività sportiva: dal successo delle Paralimpiadi alla pratica sportiva fra le donne, le persone disabili, i migranti. Silvia Costa: “Il linguaggio universale dello sport, risorsa in un tempo di conflitti”. Il relatore Takkula: “Più di 17 milioni di cittadini europei lavorano nel settore sportivo”
Sport come momento di inclusione sociale e veicolo di trasmissione di messaggi educativi in ogni angolo del mondo. In altre parole, sport come pratica accessibile a tutti e di tutti. È questa l’idea di fondo del convegno “Il linguaggio universale dello sport”, che si è svolto martedì 27 settembre presso il Parlamento europeo di Bruxelles. L’iniziativa è stata organizzata dalla presidente della Commissione cultura, istruzione, sport e giovani, Silvia Costa, che ha affermato: “Siamo reduci dallo spettacolo delle Paralimpiadi, che ci ha entusiasmato e ha costituito una vera iniezione di coraggio”. “Il linguaggio universale dello sport è una ricchezza e una risorsa in un tempo di conflitti e di violenza – ha chiarito la presidente della Commissione cultura. – Le Olimpiadi e le Paralimpiadi sono state un grande messaggio di impegno, passione e competizione leale. Un ringraziamento va a tutte le emittenti che hanno dedicato grande visibilità e pari opportunità alle Paralimpiadi prime fra tutte la Rai”, ha aggiunto Costa, che nelle scorse settimane aveva inviato una lettera ai diversi broadcast per chiedere che i Giochi paralimpici avessero la stessa copertura televisiva dei Giochi olimpici. Inoltre, ha sottolineato la padrona di casa, la Commissione “per la prima volta nel programma Erasmus+ ha inserito una linea di bilancio specifica per lo sport, stanziando da 265 milioni di euro in 7 anni”.
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