Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

lunedì 22 dicembre 2014

Lo sport degli europei. Cittadinanza, attività, motivazioni

Sport e attività fisica come terreno di incontro fra i popoli europei, ma anche prisma che rifrange diversità culturali e modelli di socializzazione differenti, tali da rendere così vario e affascinante il vecchio Continente.
Questa è l’idea che ha guidato una decina di ricercatori di quattro Università italiane (Cassino, Val d’Aosta, Roma “la Sapienza” e Roma “Foro Italico”) nello svolgere una ricerca (co-finanziata dal Miur perché di rilevante interesse nazionale: PRIN 2008) ed ora pubblicata nel volume Lo sport degli europei. Cittadinanza, attività, motivazioni (Collana “Sport, Corpo, Società”, ed. Franco Angeli, Milano 2013).
I dati raccolti dall’Eurobarometro 2010 tra gli abitanti di 27 paesi europei mostrano grandi differenze nelle pratiche motorie: si va dal 35%-40% di attivi tra la popolazione nei Paesi del Mediterraneo, tra cui l’Italia, ai tassi più che doppi di attività fisico-sportiva che si registrano nei paesi del Nord Europa. Come spiegare queste profonde differenze? I quattro gruppi di ricerca, coordinati da Pioletti e Porro, hanno evidenziato i nessi esistenti fra le diverse politiche sociali, le differenti culture del corpo e del movimento, e le varie tradizioni sportive nazionali. Ne emerge un quadro inedito e, al tempo stesso, affascinante, che restituisce allo sport e all’attività fisica degli europei la funzione di cartina di tornasole del cambiamento in atto. Così, fuoriuscendo dal vestito scontato ma troppo stretto dello sport-spettacolo, le pratiche motorie assumono la dignità di occasioni formative dei futuri cittadini europei, modi per prevenire il disagio psico-fisico, mezzi per l’inclusione sociale e canali per la partecipazione sociale.

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