Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

lunedì 1 dicembre 2014

Coni ente unico per il movimento del corpo?

(di Silvia R. Lolli) Un incontro a Bologna organizzato dal PD in vista delle elezioni regionali sullo sport con tre parlamentari, la senatrice J. Idem e i deputati F. Fossati e B. Molea e il giorno dopo un incontro a Roma alla libreria “pagine di sport” per parlare della difficile situazione dell’educazione fisica ha messo in luce la difficoltà del momento e la presentazione del mio libro SENSoaZIONI. Ginnastica tra Arte e Scienza.
Si dovrebbero trovare interlocutori competenti per le discussioni e le riforme che il Governo sta sbandierando, ma non ci sembra assolutamente possibile, almeno in questa situazione.
I due incontri si possono considerare facce della stessa medaglia? In parte sì, ma concretamente è ancora molto difficile farlo capire nella povertà culturale italiana anche delle scienze motorie (è questo il termine con cui si denominano le formazioni universitarie del settore). Vista la difficoltà odierna di dialogo, che ci sta sembrando sempre più evidente oggi ci chiediamo: perché si continua a stritolare e frantumare la cultura dell’educazione fisica, mentre si comunicano continuamente i benefici in termini di salute che una buona educazione al movimento può dare? Quali sono le contingenze attuali, che ci fanno essere molto pessimiste circa la ripresa formativa e culturale dell’essenzialità dell’educazione fisica?
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