Mario, ieri lo avevamo chiamato così. È il ragazzo diversamente abile di 16 anni che, arrivato quarto assoluto in una gara di corsa campestre gareggiando insieme a ragazzi normodotati provenienti da tutta la Regione, è stato escluso dalla graduatoria finale e premiato soltanto come disabile.
Un regolamento discriminante, che di sportivo non ha nulla, applicato senza buon senso. Chi arriva quarto è quarto, punto e basta, indipendentemente dal colore della maglia che veste, per usare un eufemismo. Non è stato così per questo ragazzo. La Gazzetta ieri ha riportato il caso, che subito ha fatto il giro d’Italia suscitando particolare indignazione. Indignazione anche in città, nella Modena impegnata che fa scuola in Europa per i suoi progetti dedicati alla scuola e ai diversamente abili. Un episodio da condannare a tutti i livelli, tanto che c’è chi si è preso da subito a cuore la vicenda. Come il Panathlon. Maria Carafoli, presidente dell’associazione, non ci ha pensato un attimo e ieri di prima mattina aveva già contattato la famiglia: «Letta la notizia ho subito pensato che questa vicenda non poteva passare sotto silenzio. Lunedì - domani - abbiamo proprio il tradizionale appuntamento con i premi Panathlon che ogni anno vengono assegnati a chi si mette in particolare evidenza, anche giovani promettenti che si fanno promotori dei valori che lo sport dovrebbe difendere. Ci è subito sembrato che questo ragazzo incarnasse perfettamente il nostro spirito. Ho parlato con la famiglia che ha apprezzato il gesto e saranno con noi alla serata. È un semplice segnale per sottolineare come questi episodi non debbano accadere e, ancora di più, per far vedere a tutti ciò che lo sport è invece capace di fare: questo ragazzo nello sport ha trovato la sua realizzazione ed è giusto che lo possa fare al pari di tutti. Noi come Panathlon da sempre appoggiamo proprio progetto di integrazione e sostegno alla pratica sportiva». Anche l’assessore allo sport del Comune di Modena Antonino Marino ha subito preso in esame il caso: «Ancora una volta sono sorpreso di come norme e burocrazie non vengano interpretate ma vengano rispettate in un modo che sfiora quasi l’assurdo. Se un ragazzo diversamente abile partecipa ad una gara coi suoi compagni e ottiene un risultato non lo si può cancellare, non lo si può mettere da parte etichettandolo. Se arriva quarto resta quarto, per tutto e tutti e nulla può cancellare un risultato. Succede così in tante gare di ciclismo, di atletica e di sport diversi: si gareggia nell’assoluto e poi si stilano le classifiche di categoria, ma quella assoluta resta. È una palese ingiustizia. In queste ore sto approfondendo la questione e lunedì mattina mi auguro che provveditorato agli studi e organizzatori della manifestazione incontrino la famiglia e sappiano darle il giusto riconoscimento. Per quanto mi riguarda invierò una lettera a Fidal, Coni, mondo della scuola e Ministero affinchè si rivedano le norme per valorizzare chi, giustamente, e con diritto, non vuole essere classificato solo ed esclusivamente in una graduatoria per diversamente abili».
Davide Berti @dvdberti
(fonte: Press-In anno VI / n. 642 - Gazzetta di Modena del 16-03-2014)
Commento
Sara' forse un caso ma le ultime due notizie lette di seguito fanno riflettere.
Iacopo
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