Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

mercoledì 5 febbraio 2014

Roma. La scuola di karate dove disabili e “normodotati” si sfidano sul tatami

In una scuola del quartiere romano di Spinaceto si insegna l’arte marziale in una versione “integrata”, rivolta indifferentemente alle persone e non alle patologie. Tra i campioni una donna che si muove in sedia a ruote e un giovane autistico.
A Spinaceto, borgata della periferia romana, ogni lunedì e venerdì si sfidano sul tatami, cioè il campo da gioco del karate, senza distinzioni, Francesca, esperta di cinema che si muove in sedia a rotelle, Federico, diciassettenne autistico, e gli altri sportivi cosiddetti “normali”.
A differenza del ring della vita quotidiana, qui il confronto tra disabili e i “normodotati” è alla pari: il maestro della scuola “Wado Kai Karate do Shin Gi Tai”, Marco De Astis, insegna ai suoi allievi il karate in versione “integrata”, cioè rivolto, indifferentemente, alle persone e non alle patologie.
Per tutti loro, sportivi disabili e non, oltre all’impegno settimanale in palestra, il prossimo appuntamento sarà il 2 marzo, la “Giornata nazionale dello sport integrato”, una serie di eventi diffusi localmente e dedicati allo sport inteso come strumento di inserimento sociale.
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