Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

domenica 29 luglio 2012

Londra 2012. Im Dong Hyun. L'arciere cieco vede il record del mondo

The blind archery (Il tiro con l'arco cieco) è un racconto di Arthur Conan Doyle. Ma Sherlock Holmes non c'entra, c'entrano le Olimpiadi.
Ieri, nel tempio del cricket prestato al tiro con l'arco, il ventiseienne coreano Im Dong Hyun ha stabilito il nuovo record del mondo nelle prove di qualifica con 699 punti, tre di più del suo precedente limite. Solo che Im è cieco, è «blind» appunto, o quasi cieco. A destra ha addirittura solo 10 centesimi, a sinistra, dove va un pò meglio, 20, nell'occhio che deve inquadrare il famoso colore giallo da centrare sui bersagli a 70 metri. E ieri pioveva: chissà che qualche goccia non abbia aggravato il compito di Im, impassibile dietro gli occhiali scuri, a qualsiasi ora e con qualsiasi clima.
Così una tranquilla prova ranking, che serve per scegliere le teste di serie e formare il tabellone della prova a squadre e individuale, si è trasformata in un'impresa storica anche se Im non è un novizio: è già stato campione olimpico a squadre ad Atene e a Pechino, e qui cerca di sfatare il tabù che ha sempre privato il suo Paese dell'oro individuale maschile. Nel piccolo campo di qualificazione, mentre Mauro Nespoli (11 con 674 punti), Mauro Galiazzo e Michele Frangilli (insieme al 36 posto a quota 662), finivano complessivamente sesti (un piazzamento che ci fa affrontare Taipei negli ottavi; le azzurre invece hanno chiuso decime con Pia Lionetti 17 , Natalia Valeeva 24 e Jessica Tomasi 44 ), è andato in scena il suo show. Sfatare la leggenda Im Dong Hyun è innamorato di questo sport da quando suo padre gli regalò un arco giocattolo. Aveva dieci anni. Sulla storia della cecità, l'ambiente si spacca. Mario Scarzella, il presidente della nostra Fitarco, ci dice che «bisogna sfatare una leggenda, vi assicuro che lui da 70 metri ci vede meglio di tanti altri tiratori».
Ma perché Im non gareggia allora alle Paralimpiadi? Intanto perché alle Olimpiadi, nel tiro con l'arco, non c'è una soglia minima, in teoria potrebbe partecipare anche chi è completamente cieco. E poi perché ci vede ancora «troppo» per cambiare Giochi. Spiega Marco Bernardi, il capo della commissione medica che sovrintenderà alle Paralimpiadi di Londra: «Ci sono tre categorie paralimpiche fra ipovedenti e non vedenti. I ciechi totali, gli ipovedenti B2 con un massimo di due sessantesimi e quelli B3, da due a sei sessantesimi. Naturalmente per l'occhio dove si vede meglio». Praticamente la soglia di quello dove invece Im ci vede peggio. «C'è però un altro parametro che è anche il cosiddetto campo visivo alterato, al di sotto dei 20 gradi». Luca Pancalli, il presidente del Comitato Paralimpico, legge la notizia come l'avvicinarsi di un orizzonte inevitabile: «Fra cinque, dieci anni, queste barriere scompariranno. Il confine fra paralimpici e olimpici sta diventando sempre più labile. Come minimo si gareggerà tutti insieme nella stessa manifestazione».
Ma in quel momento Im Dong Hyun dove sarà? Forse si opererà. Ora non vuole, forse per non scalfire le sue sicurezze, quello specialissimo «sentire» l'arco che è la sua forza. Ha detto che in sala operatoria ci andrà soltanto nel 2020, a fine carriera. Per oggi deve pensare a vincere il titolo a squadre. Il pronostico è sin troppo facile. Ma Mauro Nespoli giura: »Non gareggeremo per il secondo posto, ma per la medaglia d'oro». Im che ne pensa?
di Valerio Piccioni
(fonte: Press-In anno IV / n. 1799 - La Gazzetta dello Sport del 28-07-2012)

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