Aveva 10 anni, Sofia, quando prese tra le mani per la prima volta il pallone da basket. «Erano mesi che provava, ma quando le lanciavamo la palla girava i dorsi e la lasciava cadere a terra». Autismo. Sofia non comunicava col mondo, caso difficile. Poi accadde qualcosa.
«Non so che cosa avesse di diverso quel passaggio rispetto ad altri, fatto sta che Sofia scoppiò a piangere. Allora mi avvicinai, mi misi in ginocchio vicino a lei e cominciai a far scivolare il pallone lungo le gambe. Riuscii a farla sorridere. A quel punto si alzò in piedi, prese un tavolo e lo piazzò sotto il tabellone. Ci salì sopra, si fece dare il pallone e fece canestro. Poi mi diede la mano, e prima di andarsene mi disse "ciao". Era la prima parola che diceva in vita sua. Un'emozione indimenticabile. In quel momento ho pensato: ho fatto la scelta giusta».
- continua la lettura su http://www.corriere.it/
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento