Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

domenica 1 aprile 2012

Non ha braccia né gambe. Sarà tedofora



Il sorriso di Bebe illuminerà anche Londra. E sarà bello vederlo lì, nei giorni della Paralimpiade. Non in pedana, sulla carrozzina, con il suo fioretto. Per quello dovrà aspettare la successiva, a Rio nel 2016. Sarà per strada, a portare la fiaccola sul percorso da Stoke Mandeville (il luogo dove, dopo la seconda guerra mondiale, è nato lo sport paralimpico) a Londra il giorno della Cerimonia di Apertura.
Felicità «Tedofora! Sono troppo felice». La 15enne Beatrice Vio, soprannominata Bebe, voleva esserci. La Paralimpiade era il sogno prima e l'obiettivo poi, dopo quel 20 novembre di quattro anni fa, dopo l'infezione di meningite e i mesi trascorsi in ospedale, con la scherma che non ha mai abbandonato anche se la sua realtà era cambiata. Avrebbe potuto gareggiare, ma le sono, poco comprensibilmente, mancate le convocazioni per le gare di qualificazione. Un peccato: per lei, che avrebbe potuto accumulare esperienza, sportiva e di vita, importante; per i Giochi, che avrebbero avuto in Bebe una sicura protagonista per la sua unicità (nel mondo nessun altro amputato di braccia e di gambe tira di scherma); per l'ispirazione che infonde e che anche l'Ipc, il Comitato Paralimpico Internazionale ha compreso, affidandole la torcia quale rappresentante dei giovani atleti nel mondo. Con i suoi quindici anni, ha la vita e tante Paralimpiadi davanti.
Il futuro «Mi preparo per Rio. Non solo nella scherma. Anche nell'atletica. Mi piacerebbe correre, come mi dice di fare Oscar (Pistorius, ndr)». I tecnici della Otto Bock, una delle migliori aziende di protesi, le hanno fatto già provare a gennaio quelle da corsa. «All'inzio c'è un pò di paura, ma è proprio divertente. Ora devo imparare bene a usarle». Magari sarà con quelle che porterà la fiaccola: «Sarebbe bello, ci voglio provare». L'Ipc, attraverso il proprio sito, aveva chiesto di segnalare cinque persone in altrettante categorie. Una per categoria (fra queste, i "Futuri Paralimpici", quella di Bebe) sarebbe stata scelta per aggiungersi ai tedofori. La prima email è partita proprio dalla Gazzetta. Al quartier generale dell'Ipc, a Bonn, ne sono arrivate poi oltre 1000. «Sono rimasta sconvolta quando ho saputo quante email sono state mandate. Non me lo aspettavo proprio. E in inglese. Papà ha detto però che se ho debiti a scuola non posso andare Devo mettermi a studiare. E allenarmi bene con la scherma: a giugno ci sono i Mondiali under 17 in Polonia, che ho vinto l'anno scorso, e partecipo alle mie prime gare di Coppa del Mondo. Poi Londra: per la fiaccola e fare il tifo per i miei amici della Nazionale di scherma e tutti gli Azzurri. Oltre a Oscar. So che sarà bello, da ricordare per sempre. Un sogno: grazie per avermi aiutata».
di Claudio Arrigoni
(fonte: Press-In anno IV / n. 787 - La Gazzetta dello Sport del 30-03-2012)

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