Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

martedì 31 gennaio 2012

Sport e disabili, il Csi Vicenza in prima linea

Quest´anno il tema del convegno annuale Csi è stato: “Lo sport per tutti, di tutti e con tutti”, una scommessa che il Csi, a bocce ferme, da almeno un decennio ha concretamente abbracciato. Nel palazzo delle Opere Sociali a Vicenza, dopo l´avvio del presidente provinciale Enrico Mastella, ha preso la parola Marco Calamai, fiorentino, laureato in filosofia, già giocatore e allenatore di basket ad altissimo livello (un titolo mondiale con la nazionale militare nel 1990 e tante stagioni in panchina nella serie A1 e A2).
Il suo intervento ha lasciato un solco profondo perché ha parlato di disabilità come ricchezza, di handicap che diventa occasione per crescere.
«Non è vero che lo sport è aperto a tutti – ha tuonato Calamai – lo sport è gretto e conservatore come la vicenda del velocista amputato Pistorius ha dimostrato. Lo sport ufficiale ha fatto di tutto per scaricarlo mentre quello dei passaporti truccati, dei risultati truccati e del doping nei bilanci viene tollerato».
Calamai in 16 anni con il pallone a spicchi è arrivato dove nessuno mai è riuscito prima ossia ad aprire un varco vero nello sport dei normodotati e di integrazione fattiva con la disabilità. Non per nulla la sua società composita di basket (3 disabili e 2 normodotati) milita nel campionato Anspip nazionale nel quale ha colto due argenti tricolori.
«Non esiste lo sport dei disabili, il Cip (Comitato Italiano Palimpico) come le Paralimpiadi debbono scomparire – ha ribadito Calamai - perché l´Olimpiade è unica come non esiste una società fatta di disabili e una fatta di normodotati perché la società è unica». Ragazzi autistici relegati in un angolo grazie ad un pallone hanno trovato spazio ed amicizie e le vicende di “miracoli” nel recupero di ragazzi condannati all´isolamento arrivano sino ad emozionare.
Nicoletta Caselin, altra bandiera del basket italiano e scledense in particolare, riesce ad abbinare l´attività sportiva tradizionale (responsabile del settore giovanile del Famila basket), con un nuovo percorso di educatrice in associazioni e iniziative legate ai disabili e alla loro integrazione non solo in campo sportivo.
«Non sapevo neppure dell´esistenza di realtà di disabili e del mezzo straordinario di dialogo ed integrazione offerto dallo sport – ha detto l´ex campionessa azzurra – giorno per giorno ho costruito ed allargato le mie conoscenze ed esperienze per favorire l´emancipazione del singolo e del gruppo». Una bella storia tutta vicentina quella avviata otto anni fa da Manuel Barbieri, atleta della Polisportiva Dueville che nella propria società ha portato un gruppo di disabili, l´Atletica 2000.
Ben 25 atleti di Barbieri hanno disputato le finali tricolori del GP italiano di corsa campestre del CSI a Tezze sul Brenta. «Dobbiamo vincere un problema atavico – ha rimarcato Barbieri – quello di famiglie che tengono nascosta la disabilità quasi come fosse una colpa mentre con lo sport cresce l´autostima del ragazzo come i 43 atleti che oggi frequentano per 3 volte alla settimana la palestra di Dueville stanno a dimostrare». La realtà di oggi è critica perché dal 2007 sono stati azzerati i contributi dell´Ulss e ridotto il numero degli operatori.
L´assessore al sociale Giovanni Giuliari ha sottolineato come investendo nello sport a beneficio dei disabili di riflesso ci sarà un risparmio nei costi sociali. In chiusura dopo il dibattito Nicoletta Caselin ha auspicato una collaborazione più fattiva, un dialogo più diretto tra Ulss, istituzioni, agenzie educative e quanti operano nello sport e disabilità. Un riconoscimento alla giornalista Elisa Santucci di TVA Vicenza ed al presidente del CSI Tezze sul Brenta, encomio solenne per la impareggiabile organizzazione dei tricolori di cross 2011.
(fonte: Press-In anno IV / n. 208 - Il Giornale di Vicenza del 30-01-2012)

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