Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

domenica 25 aprile 2010

Maroni: 'daspo' a giocatori e genitori

Il ministro: «Io alla partita di mio figlio, i genitori urlano cose inaccettabili».
I daspo ai tifosi, più di 1500 provvedimenti solo nell’ultimo campionato, sono importanti, ma da soli non bastano per combattere la violenza negli stadi. E così il ministro Roberto Maroni, nella sala delle cerimonie del comune di Pistoia per il premio Memorial Giampaolo Bardelli, parla anche di divieti di accesso alle manifestazioni sportive per quei genitori e calciatori violenti. E lo fa, applauditissimo, citando un’esperienza personale con il figlio tredicenne. «Ogni volta che posso, il sabato, vado a vedere mio figlio che gioca a calcio – racconta il ministro -. E a volte rimango impressionato dai genitori che incitano alla violenza. Urlano a questi ragazzini cose incredibili, di spaccare le gambe agli avversari, per esempio. Anche queste persone dovrebbero essere raggiunte da daspo». Applausi. Non si salvano neppure i calciatori professionisti. «Non è possibile parlare di lotta alla violenza negli stadi – denuncia Maroni – quando poi in mondovisione si vede, dopo il fischio finale, un giocatore che corre e un altro gli dà un calcio per farlo cadere». Ancora applausi dalla platea. Il ministro non fa nomi.
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Commento
Giusto qualche anno fa un Comitato provinciale o regionale FIGC, non ricordo con precisione, fece giocare le partite giovanili a porte chiuse proprio per i comportamenti dei genitori.

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