Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

mercoledì 29 luglio 2009

Mondiali di nuoto: medaglia d'oro per gli scandali

di Paolo Berdini
I mondiali di nuoto di Roma sono iniziati in un clima spensierato. Pochi hanno ricordato, se non di sfuggita e senza calcare la mano, che per la loro preparazione si è collezionato uno scandalo dopo l'altro e che, ancora oggi c'è un'inchiesta della magistratura romana e alcuni impianti sportivi privati sequestrati.

Viene da chiedersi: cosa deve accadere in questo paese per ottenere una sollevazione dell'opinione pubblica? È davvero così irreversibile come si vuol far credere l'indifferenza dell'opinione pubblica o forse conviene ricercare i motivi di questa innegabile apatia sulle cause strutturali che stanno alimentando la palude?
Per analizzare queste cause, conviene partire dalla vicenda madre di sedici anni fa: da Tangentopoli. Allora c'erano stati tre elementi concomitanti che avevano fatto maturare il rigetto della classe politica allora al potere. Il primo elemento erano state le inchieste della magistratura. Condotte allora con grande rigore e professionalità. Ma anche per i Mondiali del nuoto il potere giudiziario ha svolto il proprio ruolo. Sono stati sequestrati alcuni impianti privati beneficiati delle deroghe edificatorie previste dalla legge, nonostante questi stessi impianti si trovassero in aree vincolate ai sensi delle leggi paesistiche. Non sta qui dunque il problema.
Il secondo elemento era il ruolo del mondo dell'informazione. E qui tocchiamo già una prima profonda differenza. Anche stavolta ci sono state inchieste coraggiose (Report e Repubblica) e una costante attenzione (il manifesto). Ma un generale silenzio ha contraddistinto gli altri quotidiani. E, soprattutto, le televisioni di stato hanno taciuto la notizia. Quando ne hanno dovuto parlare a seguito dei sequestri hanno relegato le notizie in frettolose cronache locali. Il sistema dell'informazione è, rispetto ad allora, oggettivamente meno libero.
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