Più alti, più pesanti e meno forti, però più sportivi. Non una generazione di fenomeni ma figli del nostro tempo. È l’immagine data dai risultati della ricerca dell’Istituto di Medicina dello sport diretto da Carlo Gribaudo, e finanziata dall’assessorato allo sport del Comune, sugli studenti della prima media di Torino (69 istituti censiti), oltre 6000 soggetti, spariglia certezze e credenze.
Rispetto agli Anni ’80, quando lo studio ebbe inizio, i ragazzi torinesi hanno meno efficienza fisica, sono più obesi e in sovrappeso se confrontati con i coetanei dei paesi del Nord Europa. Ma sono più in forma se paragonati ai compagni del Centro e Sud Italia. «L’analisi della situazione attuale sembra indicare un’inversione di tendenza negli ultimi 25 anni sul fronte dell’obesità e del sovrappeso nei ragazzi - spiega Gian Pasquale Ganzit, direttore responsabile della ricerca scientifica -. In particolare a Torino l’inserimento nelle scuole primarie di un tutor esperto di scienze motorie e gli stessi Giochi olimpici hanno promosso l’attività sportiva a tutti i livelli. Ulteriori sforzi però devono essere fatti per aumentare la pratica motoria nel tempo libero. L’ideale sarebbe far fare ai ragazzi da 60 a 90 minuti al giorno di attività fisica».
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