Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna educazione fisica (Woody Allen)

martedì 23 settembre 2008

Il fiatone

Al principio di uno sforzo fisico le richieste di energia saliranno bruscamente, quindi salirà anche la necessità di consumo di ossigeno per far fronte a tali richieste con il meccanismo aerobico. Questo aumento del consumo di ossigeno, però, non è immediato, ma graduale. In altre parole, è necessario un po’ di tempo prima che il consumo di ossigeno raggiunga il cosiddetto stato stazionario (generalmente tre o quattro minuti), ossia quello stato in cui il consumo di ossigeno e le richieste di consumo si equivalgono. Nel frattempo, tali richieste saranno soddisfatte dai meccanismi anaerobici. Ma se lo sforzo è tale che non si raggiuge lo stato stazionario il consumo di ossigeno continuerà a crescere sempre di più sino a che non si raggiungerà un massimo oltre il quale, per quanto le richieste saranno maggiori, non si riuscirà ad arrivare. L'acido lattico si accumula e noi ci fermiamo. Nel momento in cui cessa l’attività fisica, l’organismo si dispone per assicurarsi nuovamente la funzionalità dei meccanismi che durante l’attività sono stati completamente saturati, esauriti. Per fare ciò si ha bisogno di altro ossigeno oltre quello consumato durante lo sforzo, il cui consumo, quindi, resta elevato anche per un periodo di tempo, più o meno lungo, al termine dell’attività fisica. Ciò spiega l’iperventilazione, cioè il fiatone, che si ha alla fine di un’attività fisica a ritmo relativamente elevato. L’ossigeno che si consuma durante questa fase serve a pagare il debito che si è contratto durante lo sforzo, quando sono stati usati altri meccanismi oltre l’aerobico, quindi all’inizio dello sforzo, quando il consumo di ossigeno era in fase di salita, e dopo, nel caso di uno sforzo più intenso.
(fonte: My-PersonalTrainer.It)

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